LA STORIA

Correva l'anno 1962. Il Delegato di Spiaggia della Capitaneria di Porto di Venezia, Capo Brunetto Cherubini, riceve una lettera da Massimo Alesi, allora Presidente Onorario dei Marinai in Congedo di Venezia, che recita “...strano che un posto come Caorle, ricco di testimonianze storiche legate alla Marina Militare Italiana non abbia ancora un Gruppo Marinai in Congedo ...”. La nota prosegue esortando il Delegato locale a farsi parte diligente per sensibilizzare chi di dovere, a raccogliere almeno quaranta adesioni per formare il primo nucleo costitutivo.
Capo Cherubini non se lo fa ripetere due volte. Contatta Egidio Apollonio Gusso che ha ascendente presso una vasta comunità di marinai/pescatori con i quali interagisce essendo dipendente del Consorzio Peschereccio di Caorle ed ecco che in breve, precisamente il 7 aprile 1963, nella sede provvisoria della Delegazione di Spiaggia si radunano il proponente Capo Cherubini con Egidio Apollonio Gusso ed altri quattordici aspiranti soci, che pongono le basi per la costituzione provvisoria del sodalizio marinaro.

Successivamente viene convocata un'Assemblea dei Soci, presenti nel numero di 43, che sancisce, dopo aver esposto le finalita statutarie dell'attivita istituzionale dell'Associazione, la costituzione ufficiale del Sodalizio che apposita documentazione a verbale attesta aver avuto luogo il giorno 19 maggio 1963. In quella assise vengono altresìsancite le cariche elettive che affidano la Presidenza a Gusso Apollonio Egidio, la Vice Presidenza a Francesco Inferrera, la Tesoreria a Raffaele Gusso, che pure assume la Segreteria del Gruppo. Dopo tale data, avute nel frattempo le rituali felicitazioni ed auguri dalle autorità, i responsabili si mettono di buona lena a ricercare una sede idonea, atteso che frattanto, a luogo di adunanze e di riferimento, viene concessa dal Capo Cherubini, la stessa Delegazione di Spiaggia locale.

Nel frangente di un entusiasmo che prefigura un possibile luogo di socializzazione tra ex marinai effettivi, alcuni aderenti si danno da fare con fervente opera di proselitismo tra ex pescatori, che pure avrebbero potuto statutariamente aderire quali aggregati alle nobili finalità del Sodalizio che il Presidente del Gruppo A.N.M.I. già durante il discorso introduttivo dell'Assemblea dei Soci del 19 maggio 1963, con appropriate parole così aveva delineato: ...”mantenere vivo l'amor di Patria, tutelare il prestigio dei marinai in congedo alimentando il sentimento di reciproca solidarietà, e favorire tutte quelle iniziative atte a promuovere tra i soci l'assistenza morale e materiale, curandone la cultura attraverso conferenze, corsi serali, biblioteche, sale di lettura ...". L'appello non viene disatteso e molti accorrono ad iscriversi. Qualcuno osserva che: ...“finalmente abbiamo un luogo in cui ritrovarci a parlare non solo dei nostri problemi ma, anche per cercare di risolverli”... stante il fatto che fino all'anno 1962 per trattare di essi era necessario recarsi nella sede di rappresentanza A.N.M.I. di Portogruaro che pure con l'entità dei marinai di Caorle poco o nulla aveva a che spartire.

La sede, quella definitiva comunque, restava il cruccio principale. Non si poteva acquartierare l'Associazione, di certo ed indefinitamente, presso la Delegazione di Spiaggia. Fu lo stesso zelante Capo Cherubini a farsi carico di tale bisogna. Ed ecco uscire dal suo “cappello magico” la “Vedetta”, un edificio specola affacciato sul mare che la Marina da Guerra aveva precedentemente utilizzato e che a conflitto terminato aveva dismesso lasciandolo al suo destino. Triste, a dire il vero, perche ridotto ad un vero rudere. Come fare, dove trovare le risorse per renderlo abitabile, decoroso e funzionale ?
Capo Cherubini stesso col Presidente “pro tempore” Egidio Apollonio Gusso si danno da fare. Contattano impresari, dai quali ottengono materiale edilizio (piastrelle, calce, cemento e laterizi vari) che nel 1970 il Vice Presidente signor Pietro Gnan detto “Picùs” esperto d'edilizia provvede a canalizzare per la realizzazione, sotto la sua guida, del previsto restauro che procede alacremente fino ad opera compiuta. Nell'immediato processo di tempo vengono pure contattati semplici cittadini e persone facoltose per raccogliere risorse economiche per far fronte all'ingente spesa preventivata per gli interventi d'edilizia sullo stabile.


Molti rispondono concretamente, ma il “raccolto” non basta ... Ecco allora avanzare alcuni progetti, in parte di viaggio (a Pola e Fiume etc.) e in parte di animazione con risultati che consentono di superare, con la relativa raccolta di fondi, la prima difficile fase con moderato ottimismo. Nel 1979 Francesco Inferrera, animoso Vice Presidente del Sodalizio, convinto che l'Associazione Marinai di Caorle, oltre alla Sede Sociale debba dare di séun'immagine plastica, percepibile dal pubblico ed emblematica della consistenza storica dell'istituzione locale, propone di avviare un progetto per l'impianto su terreno pubblico, possibilmente in area di parco a verde, di un monumento simbolo dell'Associazione. Contro difficoltà di ogni genere egli individua, con l'assidua e convinta collaborazione del Consiglio Direttivo dell'epoca un'area che l'Amministrazione Comunale, con propria deliberazione, assegna all'Associazione a titolo gratuito e da lì parte il processo attuativo. La voce del progetto corre come pure, tra professionisti tecnici l'imminente richiesta di preventivo per lo stile e l'opera del monumento, cosa questa che pure avrebbe importato un esborso. Venutolo a sapere lo scultore Carlo Balljana, allora alloggiato ed ospite turista nei pressi della dimora di Inferrera si offre di eseguire quanto previsto. Il Consiglio Direttivo e i soci entusiasti accolgono. L'onere materiale ed economico e pero pur sempre molto ingente. Che fare? Decolla una nuova e corposa serie di iniziative che principiano con l'autotassazione di tutti i soci, di Lire 10.000, decisa all'unanimita in una straripante Assemblea Straordinaria tenutasi presso la Sala Consiliare cittadina e prosegue con una lotteria ben riuscita, che al tempo raccoglie Lire 700.000 (1). Ben lontane però dall'obiettivo dei costi prefigurato. E qui l'ingegno “italico” con il motto “di necessita fare virtu” muove i soci, che, in testa i propri rappresentanti, si rimboccano letteralmente le maniche. Partono iniziative: Feste del Pesce vengono ripetute in tempi e luoghi diversi (Arabba, S. Lucia di Piave, Spilimbergo, Castion, Belluno, etc.) compreso naturalmente il capoluogo. Lo scultore Carlo Balljana nel frattempo presenta il suo progetto, che prevede la tipologia del monumento (2). La delibera comunale del 1980 ha già assegnato il terreno su cui poggera l'opera: sara Piazza Veneto all'inizio della Spiaggia di Levante della citta.

Il Consiglio Direttivo e i soci entusiasti accolgono. L'onere materiale ed economico èpero pur sempre molto ingente. Che fare? Decolla una nuova e corposa serie di iniziative che principiano con l'autotassazione di tutti i soci, di Lire 10.000, decisa all'unanimità in una straripante Assemblea Straordinaria tenutasi presso la Sala Consiliare cittadina e prosegue con una lotteria ben riuscita, che al tempo raccoglie Lire 700.000 (1). Ben lontane però dall'obiettivo dei costi prefigurato. E qui l'ingegno “italico” con il motto “di necessità fare virtù” muove i soci, che, in testa i propri rappresentanti, si rimboccano letteralmente le maniche. Partono iniziative: Feste del Pesce vengono ripetute in tempi e luoghi diversi (Arabba, S. Lucia di Piave, Spilimbergo, Castion, Belluno, etc.) compreso naturalmente il capoluogo. Lo scultore Carlo Balljana nel frattempo presenta il suo progetto, che prevede la tipologia del monumento (2). La delibera comunale del 1980 ha già assegnato il terreno su cui poggerà l'opera: sarà Piazza Veneto all'inizio della Spiaggia di Levante della città.

L'aspetto dell'opera prevede, alla base un berretto di marinaio capovolto, sormontato da una vela lacera con la figura di un marinaio al suo interno che la regge per contrastare la forza del vento e gabbiani che si librano in alto, sopra di essa. Alla sua sinistra, poggiata su delle rocce si staglia un'ancora del tipo Hall da 17 quintali, che Stefano Rossi ha ritirato a Trieste, donata dalla SocietàAdriatica di Navigazione, in favore del Gruppo Marinai di Caorle. La raccolta delle varie iniziative ha già sanato il debito. E' la realizzazione di un sogno lungamente covato e sofferto da “Ciccillo”, ovvero Francesco Inferrera, cosìchiamato affettuosamente dai suoi amici e soci. Ma dura poco, almeno per lui. Muore il 13 maggio 1981, venticinque giorni esatti avanti l'inaugurazione del “suo” monumento (3). Lo rappresenterà la sua sposa, signora Maria Busato, che madrina e vedova inaugurera il bel simbolo, dedicato in gloria di tutti i Caduti del Mare, che per l'Italia immolarono la propria vita generosamente nel segno dell'antico motto romano: “Dulce et decorum est pro Patria mori” (4).

 

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A.N.M.I. "A. Bozzato" Gruppo di Caorle - lungomare Petronia - 30021 Caorle (VE) - e-mail : info@anmicaorle.com